08/10/14

Come allargare la zona di comfort ?

Stare nella nostra zona di comfort, quella in cui ci sentiamo completamente a nostro agio, nel nostro nido, ci fa sentire al sicuro. Ma siamo certi che è ancora così ?!
In realtà restare  sempre nell'area della tranquillità significa essere a rischio, perchè la zona del comfort e quella della sicurezza non coincidono più, si stanno separando l'una dall'altra !
Che fare quindi ? Non è sufficiente uscire una volta ogni tanto oppure sempre, come recita uno slogan famoso "la tua vita inizia dove finisce la tua zona di comfort " (Neale Donald Wash)
Occorre impegnarsi per ampliare la comfort zone e riallinearla con la safety zone. Più la comfort zone è estesa, più aumenta la tua autostima, più sei sicuro di te stesso
Nonostante siano due concetti diversi, ancora adesso le due zone sono spesso considerate erroneamente sinonimi. Per comfort zone si intende quella condizione mentale che genera abitudini, comportamenti e stile di vita, secondo cui la persona cerca di agire sempre in uno stato di sicurezza, dove tutto è rassicurante, noto, familiare, senza grandi sorprese, che permette un livello di prestazioni costante e non fa percepire ansia e alcun senso di rischio.
La safety zone  è quell'area in cui ogni tanto ci avventuriamo (prendiamo il coraggio di parlare in pubblico, decidiamo di seguire un nostro sogno, cambiamo un fornitore abituale, iniziamo una campagna di marketing con un nuovo consulente, avviamo un'attività in proprio, ci iscriviamo a un corso di patristica medioevale ! ecc) perchè è lì che troviamo quelle opportunità e quelle situazioni necessarie per progredire.  A volte siamo noi a deciderlo, a volte è il contesto che ci spinge/obbliga a farlo.
Quando le cose si fanno più difficili, per noi o per la nostra impresa, la zona in cui operare con maggior sicurezza non coincide più con la zona in cui stiamo comodi. E' tempo di alzare l'asticella ed uscire. Uscire o ingrandirla ?

Ma poi perchè ingrandirla se stiamo così bene al calduccio ?! Perchè questi confini che ci autoimponiamo creano un senso di falsa sicurezza, sono limitanti e perchè nella società attuale, la "connection economy", diventano controproducenti e pericolosi.  E poi perchè  nella comfort zone non c'è spazio per l'avventura, per l'apprendimento, per l'adrenalina ! "Nell'uomo primitivo ciò che era confortevole era sicuro. Le rivoluzioni separano ciò che è confortevole da ciò che è sicuro. La cosa più sicura che possiamo fare è stare uncomfortable per il tempo che ci possiamo stare"  Seth Godin
Ciò che prima era sicuro (il posto di lavoro fisso, Il Servizio Sanitario Nazionale, cercare un'occupazione presentando solo il CV formato europeo, gli studi nell'Università vicino a casa, la pensione ecc) sono davvero ancora sicuri ?! Oppure la zona di comfort si è separata dalla zona di sicurezza e le due non coincidono più ?  
Gli ostacoli che ci frenano nell'uscire dalla comfort zone li abbiamo costruiti noi stessi nella nostra mente. Li abbiamo ingranditi a dismisura fino a farli diventare dei muri che ci proteggono ma ci impediscono di esplorare e svelare nuove parti di noi stessi. Spesso queste barriere, queste protezioni le abbiamo erette per paura di mostrare agli altri chi siamo davvero, cosa desideriamo, la nostra unicità: per non essere diversi dalla maggioranza.
Per non tradire noi stessi dobbiamo trovare quelle caratteristiche che ci contraddistinguono all'interno de: il limite inferiore (comfort zone) in cui siamo immobili e il limite superiore (per il momento !), quel punto in cui sentiamo seriamente in pericolo il nostro status (fisico, mentale, psicologico, sociale, emotivo ecc)
Il workshop Job Trainer in Val di Ledro
Dobbiamo fare una cosa più volte per farla entrare nella nostra zona di comfort e quindi, per espanderla, non dobbiamo fare latro che uscirne costantemente, ascoltare le emozioni provate e riflettere su ciò che abbiamo imparato.
Il punto  più delicato di un metodo di solito è il punto di partenza. Da dove iniziare ? Spesso non siamo realmente consapevoli di quali sono i nostri comfort point, proprio perchè sono diventati abitudini, che non mettiamo mai in discussione. Traendo spunto dagli studi di Nossrat Peseschkian ho individuato uno schema che trovi qui su slideshareslideshare che puoi vedere e scaricare, e che sto sperimentando con soddisfazione nelle mie attività di coaching.

Possiamo leggere tutti i libri che vogliamo o frequentare tutti i seminari tenuti dagli speaker più accattivanti, ma se non ci dotiamo di un buon metodo per riallineare la nostra comfort zone con la nostra attuale safety zone e non facciamo il primo passo concreto per metterlo in pratica, tutto ciò servirà a poco.
KEEP MOVING FROM COMFORT ZONE TO CHALLENGE ZONE ! 


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